23.06.2023
La mobilità sta cambiando velocemente, ma nel nostro Paese va a rilento.
Mobility Maturity Map 2023 è una “guida” sulla mobilità, prodotta dallo Smart Mobility Institute di Fleet Europe insieme a Deloitte e Willis Towers Watson,
per giudicare il livello della in alcune nazioni europee.
Con il 24%, il settore dei trasporti è nella top list dei produttori di emissioni di CO2 a livello mondiale, la mobilità pulita e alternativa offre opportunità reali di cambiamento.
Per questo la Mobility Maturity Map mira a sensibilizzare e promuovere un cambiamento comportamentale, favorendo la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico e altre soluzioni di mobilità più pulite.
COME STA CAMBIANDO LA MOBILITÀ
Già oggi vediamo che il modo in cui le persone vanno da un punto A ad un punto B sta cambiando. Anche per questo, sostenibilità economica, riduzione delle emissioni ed efficienza sono in cima all’agenza delle aziende, specie di quelle con grandi flotte.
Già oggi, quindi, stiamo vivendo un’epoca di passaggio:
• sta cambiando la percezione delle automobili (secondo la società di analisi Kantar, le auto rappresentano attualmente il 51% della mobilità nelle grandi città di tutto il mondo ed è probabile solo un leggero calo (al 46%) entro il 2030);
• c’è una crescente popolarità del trasporto condiviso (le autovetture vengono utilizzate solo per il 4% del tempo (1 ora al giorno), rendendo il possesso di un’auto tutt’altro che conveniente);
• diffusione della micromobilità (la stessa Kantar prevede che il traffico di biciclette nelle principali città del mondo aumenterà del 18% entro il 2030);
• il trasporto pubblico sarà sempre più la spina dorsale della mobilità urbana, abbracciando la mobilità condivisa e su richiesta.
Su questi punti principali dovranno basarsi i Fleet e Mobility Manager per cambiare l’ecosistema della mobilità aziendali, solo così potranno affrontare la transizione verso la mobilità alternativa in modo strategico,
impegnarsi in un dialogo informato con i vari stakeholder e dare la priorità ai mercati profittevoli.
LA MOBILITÀ DELL’ITALIA È PIÙ O MENO “MATURA”
L’Italia ha ottenuto 20 punti, su un punteggio massimo di 40, in termini di maturità di mobilità: ha infatti nove grandi città di oltre 500.000 abitanti e Genova con la più alta densità di popolazione (6.950 abitanti per km2)
in Europa (quindi 6 punti su 6 nel KPI relativo ai fattori demografici).
A questi si aggiungono altri 6 punti su un massimo di 14 (sotto la sufficienza) per quello che riguarda le esigenze aziendali: il 64% delle aziende intende infatti rivedere le proprie politiche nel corso del prossimo anno,
dal momento che il 48% ha una chiara necessità di implementare misure ambientali sostenibili, nonostante ciò, la flessibilità è un “plus” solo per il 20% delle aziende intervistate.
Attualmente non esiste in Italia alcuno schema di incentivazione fiscale per biciclette e motocicli fornito dal datore di lavoro, esiste però un vantaggio fiscale per il datore di lavoro che offra
una motocicletta (o un’auto) aziendale ecologica.
Recentemente è stata introdotta una nuova norma fiscale sulla mobilità (n. 274/2023) che concede “buoni mobilità” (max 40 euro/mese) ai dipendenti. Tale contributo non costituisce reddito da lavoro dipendente
e l’importo del mobility budget è irrilevante ai fini fiscali.
Il car sharing e altre forme di condivisione della mobilità potrebbero essere assimilate al trasporto pubblico, a seconda delle soluzioni di mobilità e delle condizioni dei servizi, ma oggi non è ancora così.
Ci sono poi i buoni carburante: un massimo di 258,33 euro annui, utilizzabili anche per altri beni e servizi senza che ciò sia computato come fringe benefit imponibile.