Mobility Budget
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16.11.2022

“Bologna Città 30”, ecco a quanto viaggia la mobilità del futuro.

Da giugno 2023, in quasi tutta la città, limite dei 30 km/h per il miglioramento della sicurezza stradale.

La Giunta Comunale di Bologna ha approvato le linee di indirizzo per la realizzazione del piano "Bologna Città 30", volte al miglioramento della sicurezza stradale. Questo passaggio ha segnato l’inizio di un percorso che si concluderà a giugno 2023 e che prevede anche una fase di partecipazione dei cittadini tramite gli incontri dei Laboratori di quartiere e delle categorie interessate.

L’obiettivo “Zero morti sulle strade” entro il 2050 è stato indicato dall’Unione Europea e diverse città europee, come Bruxelles e Parigi, stanno adottando il modello di Città 30, che nel caso della Spagna viene adottato con una legge a livello nazionale.

Ridurre al minimo gli incidenti causati dalla mobilità è uno degli obiettivi del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) di Bologna. La sicurezza stradale è inoltre una delle condizioni necessarie per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta e ridurre l’uso di auto e moto. La realizzazione della Città 30 si iscrive pienamente negli obiettivi della Cities Mission delle città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030, di cui Bologna fa parte insieme ad altre 8 città italiane e offre una base essenziale alla realizzazione del progetto bandiera “Impronta verde”, poiché contribuisce alla creazione di una rete di spazi adatti alla mobilità lenta, ciclabile e pedonale, e alle relazioni di prossimità.

Con “Bologna Città 30” vengono dunque messe in campo diverse azioni che fanno parte di una più complessiva visione di città. Si tratta di un piano integrato, teso al miglioramento della sicurezza stradale, alla promozione della mobilità sostenibile e all'aumento della qualità e fruibilità dell’ambiente e dello spazio pubblico, e che si articola nelle seguenti macro-azioni principali:
• Regolazione, mediante la revisione generale dei limiti massimi di velocità in ambito urbano configurando progressivamente l’intera rete locale e residenziale come “zona 30”, rispetto alla quale il limite di velocità di 50 km/h costituisce una eccezione per alcune direttrici stradali e istituendo specifiche “zone residenziali” con limite di velocità di 10 km/h e precedenza ai pedoni su tutta la sede stradale in mancanza di marciapiedi e percorsi pedonali;
• Ridisegno delle strade, attraverso la progressiva diffusione di interventi fisici di moderazione del traffico e della velocità (come attraversamenti rialzati e colorati, dossi, segnaletica orizzontale integrativa) e ottimizzazione della sosta veicolare;
• Controlli, per la prevenzione dei comportamenti pericolosi e il rispetto del codice della strada;
• Comunicazione, promozione ed educazione stradale, per sensibilizzare e coinvolgere la comunità;
• Investimenti per la messa in sicurezza (nel 2022/2023 sono già in programmazione o esecuzione interventi per un totale di circa 14 milioni di euro).

Come già detto, tutte le principali città europee stanno andando in questa direzione, poiché intervenire per rallentare le autovetture è particolarmente urgente, dal momento che il 37% dei decessi si registra nelle zone urbane (e solo l’8% sulle autostrade) e l’eccesso di velocità rappresenta un fattore chiave in circa il 30% degli incidenti stradali mortali e un fattore aggravante nella maggior parte degli incidenti (dati presenti nel testo del Parlamento Europeo, relativo alla richiesta d’introduzione in tutte le città europee del limite di velocità a 30 Km/h votata all’unanimità).
Alcuni esempi di “Zone 30” in Europa, forniti da una Case History di Fiab:

LONDRA
Fra le grandi città europee che stanno introducendo misure di moderazione del traffico, Londra è una delle più attive. Negli ultimi anni, con una grande impennata a partire dal 2000, sono state introdotte più di 400 zone 30 (20 mph), coprendo ormai l’11% della rete stradale. Esse sono presenti soprattutto in strade di quartiere che presentavano una pericolosità maggiore della media. Si è scelto quasi sempre di usare l’approccio più costoso, ma più efficace, quello che prevede una totale riprogettazione della viabilità nelle zone 30, con dossi, chicane, e altre misure che impongono agli automobilisti velocità più basse.

PARIGI
Data la storica competizione fra Francia e Inghilterra, Parigi non vuole essere da meno rispetto a Londra. Anche qui infatti le zone 30 sono ai primi posti nell’agenda dell’amministrazione locale. Coprono ormai il 20% del territorio cittadino e nel luglio 2013 è stato deciso di estenderle con l’annuncio di una grande espansione delle zone 30 e la creazione di 21 nuove “zone 20″, oltre alle 15 già esistenti. Le “zone 20″, dette anche “Zone di incontro”, si trovano principalmente nei dintorni delle scuole: qui pedoni e ciclisti hanno sempre la precedenza e i primi non sono obbligati a camminare solo sul marciapiede. Dopo il successo dell’esperimento compiuto nel decimo arrondissement, in cui dall’aprile 2012 alle bici è permesso girare a destra anche a semaforo rosso, questa misura è stata introdotta nel resto delle zone 30. Le zone a velocità ridotta nella capitale francese interessano 560 km di strade urbane, cifra che si traduce in ben il 37% del territorio.

BERLINO
Anche a Berlino le zone 30 sono diffuse in tutta la città. Qui l’impulso sembra venire principalmente dalle preoccupazioni relative all’inquinamento ambientale: la città infatti va spesso oltre i limiti di inquinamento posti dall’Unione Europea, in particolare quello secondo il quale, facendo una media annuale delle misurazioni, in un metro cubo d’aria non ci devono essere più di 40 microgrammi di diossido d’azoto. Ma le zone 30 a Berlino non sono una novità. Esse sono state introdotte inizialmente nei dintorni di scuole e asili, e nelle zone in cui erano più frequenti gli incidenti. Oggi coprono circa l’80% delle strade secondarie, e coinvolgono in parte persino le strade principali.

AMBURGO
L’esperimento che Berlino ha iniziato nel 2007, quando si è deciso di ridurre, durante le ore notturne, la velocità a 30 km/h anche in alcune strade principali, viene ripreso anche da Amburgo: nel luglio 2013 la città anseatica ha avviato la sperimentazione su una sola strada nell’ambito di un progetto che include 100 strade colpite dal problema e candidate a diventare Zone 30 notturne. In generale comunque le zone 30 sono presenti ad Amburgo fin dal 1983. Nel 2011 sono state create 50 nuove zone 30, e oggi dei 4000 chilometri di strade urbane solo in 500 si può andare a 50 km/h.

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