09.06.2023
Ne parla una ricerca di Deloitte.
“Il cittadino consapevole: comportamenti virtuosi in azienda per raggiungere un successo sostenibile” è il titolo dell’ultima ricerca di Deloitte che certifica come un italiano su due adotti comportamenti
sostenibili anche nella vita professionale. Inoltre, un lavoratore su tre dichiara che il proprio datore di lavoro ha già avviato un percorso di transizione sostenibile, attraverso la definizione di un
paradigma di sostenibilità – consapevole e purpose-driven – e la sua conseguente integrazione nella propria mission e strategia.
La maggiore consapevolezza degli italiani in ambito professionale è già evidente nella loro valutazione complessiva del posto di lavoro. Tra le aziende più ricercate, infatti, ci sono quelle che approcciano
la sostenibilità a 360° e che garantiscono, da una parte, il benessere sociale ed economico dell’individuo in termini di work-life balance, inquadramento e opportunità di crescita professionale e, dall’altra, la tutela dell’ambiente.
Quasi un italiano su 2 predilige le aziende che offrono la possibilità di conciliare gli impegni di lavoro con quelli personali (47%), attraverso un modello agile e flessibile, e di percepire un trattamento economico adeguato (46%),
in grado sia di riflettere il contributo che egli apporta al raggiungimento degli obiettivi sostenibili dell’azienda sia di fornire le risorse per vivere secondo stili di vita sempre più consapevoli.
Circa 4 italiani su 10 sono attratti da aziende che promuovono una cultura e un approccio al business allineati con la propria personalità e i propri valori, e che consentono alle persone di lavorare per soddisfare le proprie passioni e i propri interessi.
È importante, infine, che le imprese offrano chiari percorsi di crescita e valorizzazione professionale (28%) e implementino modelli di business particolarmente attenti alla sostenibilità ambientale (20%).
Secondo quanto dichiarato dai lavoratori, un’azienda che riesce a soddisfare questi requisiti può conseguire benefici significativi anche se non sempre evidenti. Un impegno vero e attivo delle organizzazioni sui temi della sostenibilità,
infatti, si rispecchia in una maggiore dedizione al lavoro da parte delle persone, come riportato da quasi due terzi degli italiani (64%), e anche in un maggiore coinvolgimento in ambito lavorativo, come indicato da circa 4 intervistati su 10.
Inoltre, l’attenzione alla sostenibilità favorisce l’attrazione dei talenti, con parte del campione che si dichiara disponibile a cambiare l’attuale datore di lavoro pur di essere parte di un’azienda consapevole (23%), anche a fronte di una riduzione della retribuzione (25%).
Lo stato attuale del processo di transizione sostenibile mostra come i modelli di business delle imprese italiane si stiano evolvendo seguendo due direzioni principali: una improntata al green e all’economia circolare e una ispirata al più ampio well-being e alla cultura della sostenibilità a 360°.
Infatti, un dipendente su 2 dichiara che l’azienda, per cui lavora, sta implementando approcci circolari con l’obiettivo di minimizzare gli sprechi e utilizzare materiali riciclabili nei propri processi produttivi, mentre 1 su 5 riporta che il proprio datore di lavoro
sta puntando sulle rinnovabili. A livello organizzativo e di cultura aziendale, sempre secondo gli intervistati, emerge un interesse verso l’adozione da parte della propria organizzazione di modelli di lavoro sempre più flessibili (23%), e la promozione della parità di genere
e dell’inclusione (21%).
A conferma di questa tendenza, più di un italiano su 3 riferisce che il proprio datore di lavoro sta mettendo a disposizione del proprio personale risorse per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul posto di lavoro e si dichiara soddisfatto dell’impegno
assunto dalla propria azienda in ambito sostenibilità. I lavoratori, inoltre, credono che le iniziative realizzate siano prive di secondi fini (41%), con solo 1 su 3 che si dice preoccupato che il proprio datore di lavoro stia praticando forme di greenwashing.