06.03.2023
Non c’è ancora una data per il prossimo Consiglio.
Come previsto, gli ambasciatori degli Stati presso l'Unione europea hanno deciso di rinviare l'adozione del regolamento sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni nuovi dal 7 marzo a un prossimo Consiglio. Non è ancora stata fissata una data.
Il regolamento prevede lo stop dell'immatricolazione dal 2035: il testo concordato con il Parlamento europeo era già stato approvato in linea di principio con il voto contrario di Polonia e l'astensione della Bulgaria alle quali si è ultimamente allineata anche l'Italia.
LE POSIZIONI DI GERMANIA, ITALIA E FRANCIA
Per una minoranza di blocco è necessario un “polo” di almeno quattro paesi. La partita sembra quindi nelle mani della Germania, il cui governo appare al momento diviso: i liberali spingono per inserire una serie di condizioni a tutela dei carburanti puliti,
mentre verdi e socialdemocratici sarebbero per un via libera allo stop del 2035. L'Italia, dopo un primo assenso, con il cambio di Governo ha rivisto la sua posizione, ponendosi con fermezza tra i Paesi contrari. Il ministro francese dell’Industria Roland
Lescure ha invece confermato che la Francia sta lavorando per rispettare lo stop al 2035.
COSA PREVEDE L'ACCORDO
L’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento Ue prevede un obbiettivo di riduzione - rispetto ai livelli del 2021 - delle emissioni di CO2 del 55% per le autovetture nuove e del 50% per i furgoni, da raggiungere entro il 2030.
C’è poi l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 100% sia per le autovetture nuove che per i furgoni nuovi entro il 2035, che segna di fatto il definitivo e irreversibile passaggio alla mobilità elettrica.
L’accordo include un riferimento ai combustibili neutri in termini di emissioni di CO2 - tra cui l’idrogeno - e prevede che, previa consultazione dei portatori di interessi, la Commissione presenti una proposta relativa all’immatricolazione di veicoli
che funzionano esclusivamente con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2 anche dopo il 2035.
Nell’attuale accordo c’è anche una clausola di revisione in base alla quale, nel 2026, la Commissione valuterà in modo approfondito i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100%,
oltreché la necessità di rivedere tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici — anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in — e dell’importanza di una transizione sostenibile e socialmente equa verso l’azzeramento delle emissioni.